Un altro giovedi, il gruppo c’è ancora, e ancora vuole vuole raccontarsi. Un rapido giro di voci, un “riconoscersi” fra loro dei navigatori di questa avventura condivisa e si riparte… Come state, chiedo, accorgendomi che questa domanda li mette un po’ a disagio,e poi si torna sullo scopo di gruppo; perchè siamo qui, e dove vogliamo andare; quali sono le nostre aspettative rispetto a questa avventura appena iniziata. A. dice senza indugio “Sono qui per capire, comprendere, condividere”, e ancora A. “mi piace pensare di poter condividere QUESTA esperienza con qualcuno come me”. La parola INFARTO spaventa, e ancora nessuno nomina il mostro che tanto fa’ timore. Propongo allora un giro di racconti su quelle che sono state le paure nate in loro dopo la malattia, addentrandomi curiosa nei loro “pensieri magici”. Scopro che nelle pieghe del loro cuore ne sopravvivono tanti… e scopro che a qualcuno di loro fa ancora molto male RICORDARE .Volete dimenticare o ricordare il vostro infarto, chiedo… A. dice a gran voce ” l’ho vissuto, è una cosa mia, lo tengo stretto qui”, A. invece vorrebbe rimuovere, perchè “questa cosa qui ha fatto solo danni”. Ma ne stiamo comunque PARLANDO. Ci salutiamo promettendoci nel nuovo incontro di iniziare, tutti insieme, a chiamare il mostro per nome e di ritornare sul tema della PAURA. Tutti sulla stessa barca.