Oggi sono approdati al porto di C.R.E.Attiva cinque navigatori solitari. Ognuno portando con sè il suo bagaglio fatto di storie, di partenze, di arrivi, ed un pesante fardello chiamato cardiopatia. Dopo un rapido scambio di sguardi e la sensazione che ci si può fidare, inizia il racconto. “Ho il cuore tutto lesionato”, freneticamente sottolinea A.; “mi dicono che sono caduto. Devo la mia vita ad una fortuna”, racconta con apparente leggerezza un’altra voce. E frenetico F. ” ho avuto un problemino, piccolo, grande, non so, ma un problemino”. Hanno tutti incontrato un mostro, in navigazione, e nessuno osa chiamarlo per nome. INFARTO. Fa ancora troppa paura per rievocarne le fattezze. E il racconto continua, toccando il DOLORE…”Com è, il dolore? Io non ho sentito nulla, sono caduto…e ora non lo saprei riconoscere”,dice A. ; “il dolore è forte, sordo, e non può non far paura”, tuona F. L’INFARTO il più delle volte avvisa del suo arrivo, talvolta invece ci nega il “sentire”, e ci fa cadere immobili al suolo. Tutti qui vorrebbero riconoscere il mostro, se dovesse ancora attraversare i nostri mari. Forse un modo sarebbe quello di iniziare a chiamare quel mostro per nome…Il gruppo, infine, si saluta, decidendo di continuare il viaggio insieme; e come accade in ogni navigazione che si rispetti, il gruppo decide di darsi delle regole. Ci si promette appoggio e discrezione, consci di essere davvero TUTTI SULLA STESSA BARCA.